Punto di Partenza
Parcheggio di ghiaia in via 28 luglio, 224 – Borgo Maggiore
Sentieri del Parco di Montecerreto
La posizione elevata e ariosamente esposta, la molteplicità degli aspetti vegetazionali e faunistici esistenti e soprattutto la facile percorribilità fanno di Monte Cerreto il luogo ideale per chi desideri ritrovare la tranquilla armonia della natura e godere di splendide vedute panoramiche senza cimentarsi in percorsi difficoltosi o arrampicate impegnative.
Il percorso ad anello inizia da Strada di Monte Cerreto poco dopo l’area attrezzata per picnic, parco giochi ed un bar ristorante.
Dopo un breve tratto iniziale all’interno della vecchia pineta, dove è facile vedere lo scoiattolo (Sciurus vulgaris) che salta da un ramo all’altro facendo spesso cadere rumorosamente le pigne, si procede allo scoperto sul crinale del rilievo, su un tracciato cosparso di ciottoli arrotondati e multicolori di remota origine fluviale, tipici della Formazione di Acquaviva. E’ un tratto assai panoramico: di fronte e a destra, verso nord, la vista scivola sui campi e i calanchi che si alternano fino a perdersi nel Mare Adriatico; alle spalle, verso sud-est, è ben visibile la rupe di Montalbo, sulla cui ripida parete calcarea è scavato il “Sacello del Santo”, luogo di culto dove secondo la leggenda lo scalpellino dalmata Marino si fermò durante la sua peregrinazione per scampare alla persecuzione di Diocleziano. Sulla parete rocciosa, punteggiata di verde dei radi arbusti di leccio (Quercus ilex) e fillirea (Phyllirea latifolia), nidificano tipici uccelli rupicoli quali il gheppio (Falco tinnunculus), il passero solitario (Monticola solitarius) ed il codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros). Subito dietro si staglia la porzione settentrionale del Monte Titano, col denso declivio boscoso dell’Arnella e parte della città di San Marino. Sulla sinistra del sentiero, verso occidente, si domina la vallata del Torrente San Marino e la parte medio-alta della Valmarecchia, cui fanno da cornice le storiche rocche di San Leo, Montebello e Torriana…. >>> CONTINUA A LEGGERE
Parcheggio di ghiaia in via 28 luglio, 224 – Borgo Maggiore
Percorso di 20 km ad anello da percorrere in circa 2 ore
Zainetto, occhiali da sole, bottiglietta di acqua, fotocamera e voglia di divertirsi !
Questo itinerario prevede 3 soste principali:
Escursione con un dislivello massimo che consente di utilizzare l’assistenza del motore a piacere senza esaurire la batteria. Si incontrano vari tipi di terreni percorribili senza difficoltà ma è richiesta un’elementare capacità di guida della mtb anche su terreni non compatti.
… Giunti in prossimità di un piccolo rilievo recintato, dove nascoste da rovi (gen. Rubus), ginestre (Spartium junceum) e caprifogli (Lonicera etrusca) si trovano le fondamenta di un antico fortilizio del XIII secolo, si scende a destra; dopo una cinquantina di metri in discesa, procedendo dritti ci si inoltra in un fresco bosco misto di latifoglie ricco di specie fra cui il castagno (Castanea sativa), i carpino nero (Ostrya carpinifolia), bianco (Carpinus betulus) e orientale (Carpinus orientalis), una specie molto rara in questo areale; l’ acero napoletano (Acer obtusatum) e minore (Acer monspessulanum), l’orniello (Fraxinus ornus), il sorbo domestico (Sorbus domestica), il cerro (Quercus cerris), il nocciolo (Corylus avellana), l’agrifoglio (Ilex aquifolium) e numerose piante erbacee con belle fioriture specialmente primaverili fra le quali risalta la scilla silvestre (Scilla bifolia) ed il ciclamino primaverile (Cyclamen repandum); girando invece a sinistra si attraversa un breve tratto caratterizzato da un tipo di vegetazione non autoctona con piante quali la robinia (Robinia pseudoacacia) e l’ailanto (Ailanthus altissima), che procedendo lasciano sempre più spazio alle specie tipiche dei querceti; dopo un centinaio di metri si attraversa marginalmente una fitta pineta artificiale (gen. Pinus) in precario stato di salute che sottrae spazio e luce alla ben più varia ed adattata flora autoctona. Al termine della pineta, quando il sentiero svolta verso sud, si assiste ad un mutamento della composizione vegetazionale che evidenzia una situazione microclimatica completamente diversa da quella presente nel bosco mesofilo incontrato in precedenza; infatti ora predomina la macchia xerofila tipica degli ambienti aridi e soleggiati, caratterizzata da densa vegetazione erbacea, cespuglieti con prevalenza di ginestra e roverelle sparse. Guardando a destra, verso sud ovest, la vista si allarga e scivola lungo selvaggi fossati, fra cui il Fosso della Costa dello Spino e il Fosso di Galavotto, fino al Torrente San Marino. Sulle pendici di questi verdi e ripidi avvallamenti affiorano grigi strati argillosi ed i giallastri conglomerati della Formazione di Acquaviva.
Nell’insieme l’ambiente si presenta vario e suggestivo con boschetti, radure, cespuglieti, piccole forre e vallecole: quanto di meglio per ospitare una ricca e varia comunità di esseri viventi.
Oltre ad una innumerevole varietà di invertebrati, fra cui variopinte farfalle e coleotteri dalle più svariate forme, si rinvengono infatti molte specie di rettili ed uccelli nonché diversi mammiferi dalle abitudini perlopiù notturne come il capriolo (Capreolus capreolus), il tasso (Meles meles), l’istrice (Hystrix cristata), il ghiro (Glis glis), il moscardino (Muscardinus avellanarius), il quercino (Eliomys quercinus), le crocidure (gen. Crocidura) e i piccolissimi toporagni (gen. Sorex, Suncus).
Il sentiero, che ora percorre a ritroso e quasi parallelamente il percorso fatto inizialmente sul crinale di Monte Cerreto, affianca verso monte pratelli aridi e sassosi con una interessante vegetazione erbacea tipica degli ambienti caldi e soleggiati; in primavera nei punti adatti fioriscono numerose orchidee fra le quali la rara serapide maggiore (Serapia vomeracea). Dopo un tratto quasi rettilineo il sentiero si addentra nuovamente, ma più a valle, nella vecchia pineta attraversata parzialmente all’inizio del percorso.
Qui le specie vegetali originarie tipiche del querceto misto stanno lentamente, ma con decisione, ricolonizzando il loro ambiente tipico a scapito dei più vecchi pini piantati dall’uomo. Molto interessante è l’associazione vegetazionale caratterizzata dall’erica arborea (Erica arborea) e dal ginestrone (Ulex europaeus), assai rara e localizzata a questa latitudine.
Dopo una breve salita all’interno della pineta si ritorna al punto di partenza sulla Strada di Monte Cerreto. Dall’itinerario principale appena descritto si staccano in diverse direzioni sentieri alternativi forse meno panoramici ma, in quanto meno frequentati dall’uomo, più propizi ad un incontro con la varia e sospettosa fauna selvatica. Lungo il sentiero principale si snoda un ben attrezzato ma impegnativo “Percorso Natura” per gli amanti del fitness all’aria aperta o per chi semplicemente desidera mantenersi in forma facendo ginnastica nel verde. Un altro percorso fra arte, natura, gioco e narrazione si può seguire lungo “Il Parco delle Storie Dimenticate”, un parco d’arte permanente caratterizzato da valenze storico-antropologiche e naturalistiche.
In base alle tue richieste possiamo predisporre un tracciato ad hoc fino alla durata di un giorno con soste gastronomiche e punti di interesse lungo il percorso.
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